Aquila reale
L’aquila reale è un rapace diurno diffuso in gran parte dell’emisfero boreale. La sì può trovare nelle zone temperate di tutta l’Eurasia e del Nordamerica. Oggi a causa dell’espansione umana, quest’aquila è confinata quasi esclusivamente nelle zone montuose, ma sono in corso tentativi di ripopolamento in svariate aree. Non è comunque da considerarsi una specie a rischio, dato che il numero di aquile è in aumento nei territori dove la specie è protetta. In natura questi uccelli possono vivere in media dai 15 ai 20 anni, mentre in cattività ci sono testimonianze di esemplari che hanno raggiunto addirittura i 50. Le aquile raggiungono l’età adulta a circa cinque anni. Quando poi scelgono un partner, formano una coppia nidificante che non si dividerà mai per tutta la durata della loro vita. Una volta conquistato un territorio, la cui estensione può variare dai 40 ai 180 km quadri, le aquile vi costruiscono vari nidi. Di solito sulle pareti rocciose delle montagne, ma a volte è possibile trovare nidi di aquile anche sugli alberi. La coppia sceglie di stagione in stagione quello che valuta essere il più adatto per il momento. I nidi sono sempre costruiti più in basso rispetto al territorio di caccia, ciò per evitare la fatica di dover risalire verso l’alto trasportando le prede con cui sfamare i piccoli. Di solito cacciano piccoli mammiferi o uccelli più piccoli, ma in alcune zone anche rettili e anfibi. Le aquile cacciano in due, mentre una spaventa la preda facendola fuggire nella direzione desiderata, l'altra la sorprende afferrandola improvvisamente con gli artigli.
L’aquila reale è un animale maestoso e affascinante, solca i cieli con eleganza e maestria volteggiando ed eseguendo piroette, le più complesse durante i rituali d’accoppiato. Gli uomini, che l’hanno sempre osservata dal basso, le hanno sempre dato un grandissimo valore simbolico. Quest’uccello infatti popola i miti di moltissime religioni. Per gli indiami dell’America settentrionale l’aquila è la portatrice del fuoco sulla terra e gli Aztechi la identificano con il sole e con la luce. Spostiamoci in Europa, dove la sua presenza simbolica risale almeno all’epoca classica. Per gli antichi greci era infatti un simbolo di Zeus e nelle leggende trasportava i suoi fulmini. Dopo i greci il simbolo dell’aquila passò ai romani che la adottarono come emblema della propria nazione. In seguito, con l’intento di emulare la potenza di un impero così glorioso come quello romano, l’aquila fu adottata da numerosi condottieri europei, come Carlo mago o Napoleone, dai regimi totalitari e da nazioni intere. Proprio accostando l’aquila ai regimi totalitari europei del primo dopoguerra se ne può scorgere il significato negativo, che sta nell’eccesivo orgoglio, nell’esaltazione dell’io e nell’esasperazione del primo potere sugli latri. Quello positivo invece consiste nella spiritualità. L’aquila che si libra nei cieli sovrasta il mondo terreno e tutto ciò che lo popola. Così si trova in una posizione distaccata e spirituale. Questo significato lo ritroviamo in forma marcata nella religione cristiana, nella quale è usata per anche rappresentare l’apostolo Giovanni, il più spirituale dei discepoli. Nelle chiese anglicane non è raro trovare dei leggii a forma di aquila. Quest’ultimo simbolismo deriva dalla credenza passata secondo cui l’aquila fosse capace di fissare il sole con lo sguardo. Ciò può essere visto come una metafora del cristiano che leggendo la bibbia riesce a fissare la sua attenzione sulla parola divina.
Serie: Racconti di animali